Singapore è stata l’ultima tappa del mio viaggio estivo che vi racconto in questo post: Viaggio on the road tra Malaysia occidentale e Singapore. Qui sotto l’itinerario dei miei tre giorni finali.
Giorno 1 – Tra giardini futuristici, viste dall’alto e lanterne rosse
Gardens by the Bay e Marina Bay Sands
Il mio viaggio a Singapore è iniziato con uno dei suoi luoghi più emblematici: i Gardens by the Bay. Tra gli alberi giganti del Supertree Grove, la nebbia della Cloud Forest e le fioriture del Flower Dome, ci si ritrova catapultati in un mondo che sembra uscito da un film di fantascienza. I giardini aprono già al mattino, ideale per visitare le serre prima che il caldo diventi opprimente e prendersi tutto il tempo per camminare tra le passerelle sospese. Ve ne parlo in maniera più approfondita qui: Gardens by the Bay: il cuore verde di Singapore.
L’itinerario è proseguito con la salita alla terrazza panoramica del Marina Bay Sands, a due passi dai giardini. Da lassù, la vista abbraccia tutta Singapore: la baia, la foresta urbana dei Supertree, le curve verdi del padiglione Esplanade e l’orizzonte punteggiato di grattacieli. Uno di quei luoghi in cui il panorama si imprime nella memoria. Per prenotare il biglietto per lo SkyPark Observation Deck del Marina Bay Sands ho usato direttamente il sito ufficiale: marinabaysands.com. È consigliabile prenotare online in anticipo per assicurarti l’ingresso nella fascia oraria desiderata. L’ingresso allo SkyPark si trova presso la Torre 3 del Marina Bay Sands. Un’ottima alternativa per godere della vista dal Marina Bay Sands senza acquistare il biglietto per lo SkyPark Observation Deck è salire al CÉ LA VI, il rooftop bar e ristorante situato proprio accanto alla terrazza panoramica. L’accesso è gratuito se si consuma qualcosa presso il bar o il ristorante. Io non l’ho fatto perché i tavoli rimasti disponibili per la giornata che mi interessava erano troppo costosi.
Chinatown
Nel pomeriggio mi sono spostata a Chinatown, dove la città cambia volto. Le vie si stringono, le lanterne rosse ondeggiano tra le insegne, e il tempo sembra rallentare. Il Buddha Tooth Relic Temple, con la sua struttura elegante e le offerte di fiori freschi, invita a una pausa più raccolta. Tra i vicoli si scoprono piccoli templi, botteghe tradizionali e hawker centre pieni di profumi. Un luogo perfetto per assaggiare i primi piatti locali e lasciarsi tentare da qualche snack speziato. Ve ne parlo in maniera più approfondita qui: Chinatown: un viaggio nel cuore di Singapore.
Garden Rhapsody
La sera sono tornata nella zona dei Gardens dove ogni sera va in scena il Garden Rhapsody, uno spettacolo di luci e musica che trasforma questi alberi futuristici in una coreografia danzante. Il mio consiglio è quello di arrivare con un po’ di anticipo, magari sdraiandosi sul prato o trovando posto su una delle panchine alla base dei Supertree. In pochi minuti, la vegetazione verticale si anima a tempo di musica, in un crescendo di colori, bagliori e vibrazioni che sembrano avvolgere l’intero giardino. Lo spettacolo è gratuito e va in scena due volte a sera, generalmente alle 19:45 e alle 20:45, ma gli orari possono variare leggermente a seconda del periodo.
Dopo lo spettacolo serale ai Gardens by the Bay, la giornata non è ancora finita. Ho attraversato l’Helix Bridge, la passerella avveniristica ispirata alla struttura del DNA, illuminata da luci soffuse che si riflettono nella baia. Costeggiando l’Esplanade, con la sua cupola a forma di durian e le terrazze affacciate sull’acqua, ho continuato a camminare fino al Merlion Park, dove la creatura metà leone e metà pesce veglia sulla città. Un’occhiata notturna al Merlion, tra gruppi di turisti e fotografi nottambuli, chiude idealmente la giornata: un’icona che appare quasi surreale, sospesa tra i grattacieli e la quiete dell’acqua.
Da lì, con i piedi un po’ stanchi ma gli occhi ancora pieni di luci, sono rientrata in hotel (Ibis budget Singapore Bugis).
Giorno 2 – Tra quartieri etnici, giardini tropicali e cocktail d’altri tempi
Il secondo giorno l’ho dedicato ai colori, ai profumi e alle architetture che raccontano la Singapore più multiculturale. Dalla quiete dorata di una moschea al caos allegro di Little India, passando per un drink in uno dei bar più belli del mondo e un pomeriggio immersa nel verde dei Botanic Gardens, è stata una giornata piena di contrasti e bellezza. E per concluderla, niente di meglio di un cocktail d’altri tempi nel cuore coloniale della città.
Kampong Glam e Atlas Bar
La mattina è iniziata nella zona di Kampong Glam, uno dei quartieri più antichi e culturalmente stratificati di Singapore. Un tempo centro della comunità araba e musulmana, oggi è una zona vivace dove si mescolano architettura coloniale, street art, piccoli caffè, boutique indipendenti e luoghi di culto. Qui si può passeggiare lungo Arab Street, tra negozi di tessuti, tappeti e profumerie, fino a raggiungere la Sultan Mosque; costruita nel 1824, è facilmente riconoscibile dalla cupola dorata. Poco distante, Haji Lane è piena di murales e locali indipendenti: vale la pena farci un giro anche solo per una pausa caffè. Le vie parallele ad Arab Street – Bali Lane e Bussorah Street – offrono un’atmosfera simile ma leggermente più tranquilla.
Nelle vicinanze di Arab Street si trova l’Atlas Bar, uno dei locali più scenografici di Singapore. L’interno è in stile art déco, con soffitti altissimi e una collezione di gin impressionante. Anche senza ordinare un cocktail, si può entrare per un caffè o un tè e dare un’occhiata all’ambiente.
Little India, Botanic Gardens e Orchard Road
Mi sono quindi spostata a Little India (con Uber perchè la distanza a piedi è impegnativa da fare con il caldo umido) dove ho visitato tre templi e gironzolato per i dintorni. Ve ne parlo qua: Little India a Singapore: tra templi, colori e tradizioni.
Nel pomeriggio, ho preso la metro fino al Singapore Botanic Gardens, un grande parco pubblico patrimonio UNESCO. Ho visitato il National Orchid Garden (ingresso a pagamento). Situato nella parte più alta dei giardini botanici, il National Orchid Garden è dedicato alla bellezza e alla diversità delle orchidee, una delle piante più iconiche e apprezzate di Singapore. Il giardino è stato inaugurato nel 1995 ed è oggi il più grande giardino di orchidee del mondo. Si estende su una superficie di 3 ettari ed è casa a più di 1.000 specie di orchidee e circa 2.000 ibridi. Il National Orchid Garden non è solo un luogo di bellezza, ma anche un centro di ricerca botanica. Le orchidee che crescono nel giardino vengono studiate per comprendere meglio la loro ecologia, il loro sviluppo e la loro possibile applicazione in settori come la medicina e la cosmesi.
Uscendo dai giardini, basta una breve tratta in metro per raggiungere Orchard Road, la via dello shopping per eccellenza. Anche senza entrare nei centri commerciali, vale la pena passeggiare tra le architetture contemporanee, gli spazi verdi e le case d’epoca nascoste tra i grattacieli. Un mix inaspettato di storia e modernità, come capita spesso a Singapore. Vale la pena fare pochi passi per raggiungere Emerald Hill, un quartiere residenziale noto per le sue caratteristiche case a schiera in stile Peranakan, un’architettura unica che fonde influenze cinesi e malese, risalente ai primi del Novecento. Originariamente una piantagione di noce moscata, Emerald Hill fu trasformata in un quartiere residenziale all’inizio del 1900. Le case, costruite tra il 1905 e il 1925, presentano una fusione di stili architettonici, tra cui il Barocco cinese e l’Art Déco. Molte di queste abitazioni sono state preservate grazie agli sforzi della Emerald Hill Conservation Association e dell’Urban Redevelopment Authority (URA), che hanno introdotto una palette di colori tradizionali per le facciate, mantenendo l’autenticità storica del quartiere .

Singapore Sling
Infine, sono tornata in centro per un drink al Long Bar del Raffles Hotel. Ho ordinato un Singapore Sling, il cocktail nato proprio qui. Il Singapore Sling fu creato nel 1915 al Long Bar del Raffles Hotel. La leggenda narra che Ngiam Tong Boon voleva creare un cocktail che potesse essere servito come un drink femminile, visto che all’epoca le donne non erano solite bere alcolici in pubblico. Per mascherare il sapore forte dell’alcol, il bartender mescolò il gin con il maraschino, il succo di lime, un po’ di angostura e granatina, creando così una bevanda leggera e fruttata. L’atmosfera del Raffles è rimasta quella d’epoca, con arredi coloniali, ventilatori a soffitto e arachidi da sbucciare e lasciare cadere per terra (una delle tradizioni del locale).

Giorno 3 – Tra simboli di Singapore, architettura coloniale e il fascino dei Quay
Merlion Park ed Espanade
La giornata inizia con una visita al Merlion Park, uno dei simboli più iconici di Singapore. Ci ero già passata la prima sera, ma vale la pena venirci anche di giorno. La statua del Merlion, rappresenta la fusione tra il leone (simbolo di forza e coraggio) e il pesce (che simboleggia l’origine marittima della città). La figura mitologica è alta 8,6 metri e spunta da una base di roccia, con l’acqua che scorre dalla bocca del pesce-leone. E’ inoltre legata con la leggenda che racconta come il fondatore di Singapore, Sang Nila Utama, avvistò un leone sulla costa e scelse di chiamare il luogo “Singapura” (che significa “città del leone”). La statua si trova nel Merlion Park, con la vista su Marina Bay Sands, la baia e il lungomare, il che la rende perfetta per scattare fotografie (infatti ci sono sempre tantissimi turisti).
Nelle vicinanze si può vedere l’Esplanade – Theatres on the Bay, comunemente conosciuto come Esplanade. E’ facilmente riconoscibile grazie ai suoi distintivi dome a forma di durian (un frutto tropicale dall’aspetto caratteristico). La sua architettura moderna e innovativa non solo cattura l’attenzione, ma è anche funzionale. I tetti a “spike” sono progettati per migliorare l’acustica e garantire che il suono delle performance si diffonda perfettamente nelle sale. La struttura, progettata per ospitare spettacoli e performance, è composta da due edifici principali, l’Esplanade Theatre e l’Esplanade Concert Hall.
Colonial District
Mi sono quindi diretta verso il distretto coloniale, per visitarne i monumenti e i musei che più mi interessavano.
- Il Municipio di Singapore (Singapore City Hall) è un eccellente esempio di architettura coloniale britannica. Costruito tra il 1926 e il 1929, fu progettato da Frank Dorrington Ward, un architetto inglese, ed è stato utilizzato come sede amministrativa sotto il governo coloniale britannico. L’edificio ha una pianta a forma di “T” con una grande cupola centrale, ispirata alla St. Paul’s Cathedral di Londra, e si distingue per la sua facciata neoclassica, caratterizzata da colonne doriche e finiture eleganti.
- La National Gallery Singapore è uno dei principali musei d’arte di Singapore e una delle istituzioni culturali più importanti del Sud-est asiatico. Situato nel cuore della città, occupa due storici edifici coloniali: il Municipio di Singapore e la Supreme Court Building, entrambi restaurati e integrati in un unico grande spazio museale. Inaugurata nel 2015, la galleria offre una vasta collezione di opere d’arte sud-est asiatiche, con particolare enfasi sull’arte di Singapore, Malaysia, Thailandia, Indonesia, Vietnam, e altri paesi del Sud-est asiatico.
- La St. Andrew’s Cathedral è il principale luogo di culto anglicano di Singapore e un simbolo della storia religiosa e coloniale della città. Si distingue per la sua facciata neogotica e per il suo interno luminoso ed elegante. L’edificio è costruito in pietra bianca, con un imponente ingresso con arcate e una serie di finestre ad arco che incorniciano l’architettura gotica. Tra i dettagli più affascinanti, vi sono le bellissime vetrate colorate che raffigurano scene bibliche e la crociera centrale che porta alla grande navata. L’interno è caratterizzato da soffitti alti e una navata centrale spaziosa, che dona un’atmosfera solenne e serena. Le panche di legno e gli altari in marmo contribuiscono a rendere l’ambiente ancora più maestoso.
- Il Canning Park è un parco storico, un angolo tranquillo e verdeggiante nella città frenetica. E’ intitolato a Lord Canning, l’ultimo governatore generale della Compagnia delle Indie Orientali e il primo viceré dell’India, che ricoprì il suo incarico durante il periodo coloniale. Il parco è stato inaugurato nel 1859 ed è stato progettato come un’area di svago per i coloni britannici. La collina che lo ospita è stata un’importante area strategica, utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale e il periodo coloniale. Il parco si trova proprio sopra il sito di Fort Canning, che fu un’importante fortificazione durante l’occupazione britannica.
- La Old Hill Street Police Station fu inaugurata nel 1934 e fu utilizzata come stazione di polizia fino agli anni ’80. L’edificio è stato progettato in stile architettura coloniale britannica ed è uno dei migliori esempi di architettura coloniale di Singapore. La sua costruzione ha segnato un periodo di espansione delle infrastrutture pubbliche sotto il dominio britannico, e la stazione è stata operativa per più di 50 anni, servendo come quartier generale per le operazioni di polizia. Nel corso degli anni, l’edificio è stato ristrutturato e adattato a nuovi usi. Oggi ospita vari uffici governativi, ma rimane una delle strutture più fotografate della città grazie alla sua facciata colorata decorata con 93 finestre colorate.
- Il Peranakan Museum è un’istituzione unica dedicata alla cultura dei Peranakan, un gruppo etnico che ha radici nelle comunità cinesi, malay, indiane, arabe ed eurasiatiche del Sud-Est asiatico. Situato in un edificio storico restaurato al 39 di Armenian Street, il museo offre un’esperienza immersiva attraverso nove gallerie tematiche distribuite su tre piani, esplorando le tradizioni, l’arte e la vita quotidiana dei Peranakan.
I Quay
Nel tardo pomeriggio ho raggiunto la zona dei Quay, che comprendono Clarke Quay, Boat Quay e Robertson Quay.
Clarke Quay è uno dei luoghi più conosciuti lungo il fiume. Un tempo centro di commercio e trasporto, oggi è un quartiere vivace con ristoranti, locali notturni e negozi. Le sue storiche go-downs (magazzini) sono stati restaurati e ospitano ora locali di intrattenimento. Il fiume, attraversato dalle tradizionali barche, rende l’atmosfera ancora più suggestiva.
Robertson Quay ha un’atmosfera più tranquilla, perfetta per chi cerca un’area per passeggiare e godersi un momento di relax lungo l’acqua, senza rinunciare alla vivacità di Singapore.
Boat Quay è il quartiere storico che, in passato, era il cuore pulsante delle operazioni commerciali di Singapore. Oggi è un punto di riferimento per ristoranti e locali, e offre una vista spettacolare sulle barche tradizionali e sul fiume. Lungo il molo, ci si può fermare per un drink o una cena con vista sul Singapore River.
Per concludere la terza intensa giornata, la sera sono tornata nella zona di Marina Bay per assistere allo spettacolo Spectra – A Light & Water Show. Lo spettacolo è un evento gratuito e all’aperto, della durata di circa 15 minuti, che combina fontane danzanti, proiezioni visive, luci laser e una colonna sonora orchestrale. Si tiene dalla tutti i giorni alle 20 e alle 21, mentre di venerdì e sabato si ripete anche alle 22.
Se volete vedere le mie foto di Singapore, le trovate nel mio spazio Flickr dedicato: https://www.flickr.com/photos/borntotravel77/albums/72177720322357326/.