Una giornata ad Astana (per un periodo nominata Nur-Sultan per poi ritornare nuovamente Astana) è sufficiente per cogliere l’essenza surreale di una capitale giovane, ambiziosa e in costante trasformazione. Le sue strade larghissime, le architetture avveniristiche e i viali che sembrano finire nel nulla raccontano molto più di quanto si possa immaginare.
Una passeggiata tra le geometrie del nuovo centro
Dopo aver lasciato le valigie al Comfort Hotel Astana, ho raggiunto a piedi il Parco degli Amanti, un’ampia area verde affacciata sul fiume Ishim. Il nome romantico contrasta con la modernità che lo circonda: da qui lo sguardo spazia su torri, cupole e forme architettoniche avveniristiche. Di sera è un punto perfetto per osservare la città illuminata, ma anche al mattino regala scorci interessanti.
A pochi minuti si trova la Khan Shatyr, una tenda gigantesca in vetro e acciaio disegnata da Norman Foster. Dentro è un centro commerciale, ma non uno qualsiasi: ci sono negozi, ristoranti, una sala giochi e addirittura una spiaggia tropicale sul tetto, completa di sabbia e palme. Più che fare shopping, vale la pena venirci per capire il tipo di modernità che Astana vuole rappresentare.
Una moschea tra vetro e marmo
Da lì ho raggiunto la vicina Nur Astana Mosque, una delle moschee più eleganti della città. Costruita in vetro e marmo bianco, colpisce per le sue cupole dorate e i quattro alti minareti. È più piccola rispetto alla Hazret Sultan, ma decisamente armoniosa. L’atmosfera è tranquilla e, se non è orario di preghiera, è possibile entrare per una visita rapida e silenziosa.
La torre che racconta un’ideologia
Da qui si prosegue verso est lungo il Nurzhol Boulevard, l’asse centrale della nuova Astana: un lungo viale pedonale concepito come spina dorsale del potere e del prestigio nazionale. Camminarci lungo significa attraversare un’esposizione a cielo aperto di architettura contemporanea, simbolismo politico e ambizioni futuristiche. Partendo dalla Khan Shatyr (a ovest), il boulevard si apre con una prospettiva ampia e scenografica. Ai lati si susseguono torri specchiate, ministeri, centri direzionali e palazzi governativi, ognuno con una forma eclettica o monumentale. Gli edifici sono distanziati tra loro, separati da aiuole curate, fontane e spazi pubblici che danno una sensazione di ordine quasi surreale. Tutto il boulevard è pensato per culminare nella visione dell’Ak Orda, proprio come se ogni edificio fosse una tappa di avvicinamento al potere. La simmetria è calcolata al millimetro, e molti spazi sembrano fatti per essere guardati più che vissuti.
Si incontrano strutture come il Ministero delle Finanze, con le sue geometrie squadrate, il KazMunayGas Building, sede del colosso petrolifero kazako, con le sue due torri collegate da un arco in stile “las vegasiano o il Palazzo del Presidente, il Ak Orda, in fondo al viale, sormontato da una cupola blu e una punta dorata, che segna il culmine della passeggiata.
Al centro del viale si erge la Torre Bayterek, uno dei simboli più riconoscibili di Astana. Alta 97 metri, rappresenta la leggenda dell’uccello sacro Samruk che depone un uovo d’oro sull’albero della vita, simbolo di armonia tra cielo e terra. La struttura, con la sua sfera dorata sospesa tra colonne bianche, è stata voluta dal primo presidente Nursultan Nazarbayev come emblema della nuova capitale e della rinascita del Kazakistan indipendente.
Salendo con l’ascensore fino alla piattaforma panoramica, si apre una vista spettacolare sul cuore progettato della città. Ma l’aspetto più peculiare si trova proprio al centro della sala: un basamento in vetro dorato con impressa l’impronta della mano di Nazarbayev. I visitatori sono invitati a poggiarci sopra la propria, come gesto simbolico di unità nazionale. Un atto semplice ma carico di significato politico, che racconta molto della centralità della figura presidenziale nella narrazione dello Stato kazako.
La Piramide della Pace: utopia architettonica tra religioni e diplomazia
Proseguendo lungo il viale, attraversando il fiume sul retro del Palazzo Presidenziale si incontra il Palazzo della Pace e della Riconciliazione, un’enorme piramide vetrata, sempre firmata da Foster. A prima vista potrebbe sembrare una cattedrale contemporanea o un’opera d’arte astratta nel mezzo del nulla: in realtà la Piramide della Pace e della Riconciliazione (Palace of Peace and Reconciliation) è uno dei progetti più ambiziosi dell’Astana post-sovietica. Inaugurata nel 2006 e progettata da Norman Foster, è una struttura alta 62 metri, interamente costruita in vetro e acciaio, che domina il paesaggio piatto della città come un simbolo di dialogo globale.
L’idea alla base è tanto simbolica quanto politica: creare uno spazio permanente per il Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali, un incontro interreligioso che si tiene regolarmente ad Astana, voluto dal primo presidente Nazarbayev per promuovere il Kazakistan come ponte tra Oriente e Occidente, tra Islam e Cristianesimo, tra modernità e tradizione. La piramide è divisa in più livelli, che rappresentano idealmente l’elevazione dello spirito umano.

Piazza dell’Indipendenza: monumenti, musei e orgoglio nazionale
La Piazza dell’Indipendenza (Täuelsızdık Alańy) è il cuore civico e simbolico di Astana. Inaugurata nel 2009, si estende su oltre 5 ettari ed è il luogo dove il Kazakistan celebra la sua sovranità attraverso architetture monumentali e spazi cerimoniali. Al centro della piazza svetta il Monumento Kazakh Eli, una colonna in marmo bianco alta 91 metri, sormontata dalla figura dorata dell’uccello mitologico Samruk. La colonna poggia su un basamento quadrato decorato con bassorilievi che narrano episodi chiave della storia kazaka, rappresentando i valori fondamentali dello Stato.
Intorno al monumento si trovano edifici di grande rilevanza culturale e politica:
- Museo Nazionale del Kazakistan: il più grande museo dell’Asia Centrale, ospita collezioni archeologiche, reperti d’oro delle steppe e mostre sulla cultura e l’identità kazaka .
- Palazzo dell’Indipendenza: sede di eventi ufficiali e congressi, con spazi espositivi dedicati alla storia contemporanea del paese.
- Palazzo della Creatività “Shabyt”: un centro culturale e accademico per le arti, con una struttura moderna e dinamica.
- Moschea Hazret Sultan: una delle più grandi del paese, con cupole bianche e blu e un’architettura che fonde elementi tradizionali e moderni.
La piazza è anche un luogo di ritrovo per eventi nazionali, parate e celebrazioni come il Nauryz (Capodanno persiano).
Il padiglione EXPO di Astana
Tra le cose che avrei voluto vedere ad Astana c’era anche l’area dell’EXPO 2017, con la sua spettacolare Nur Alem, la sfera di vetro che era stata il padiglione del Kazakistan durante l’esposizione. Alta 100 metri e perfettamente sferica, ospita oggi un museo dedicato all’energia del futuro, suddiviso su otto piani tematici.
Purtroppo, a causa di un ritardo aereo all’arrivo, ho perso diverse ore preziose e ho dovuto tagliare questa tappa dal mio itinerario. Un peccato, perché l’architettura dell’intero quartiere EXPO è una delle più originali della città, con edifici ultramoderni, installazioni all’aperto e un centro commerciale (Mega Silk Way) che sarebbe stato interessante esplorare anche solo per osservare la quotidianità urbana della nuova Astana.
Una giornata ad Astana basta per rimanere spiazzati e incuriositi da una città che sembra un esperimento urbano in corso. Resta sicuramente nella mia lista per un futuro ritorno in Kazakistan.
Almaty è stata una delle tre tappe del mio viaggio in Kazakistan. Vi parlo del mio viaggio qui: Kazakistan: informazioni pratiche per organizzare il viaggio.
Se volete vedere le mie foto di Astana, le trovate nello spazio Flickr dedicato: https://www.flickr.com/photos/borntotravel77/albums/72177720325917944/.