El Capriccio: il Capolavoro di Gaudí in Cantabria

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Alla scoperta dell’opera di Antoni Gaudí nella Cantabria: Il Capriccio. Una villa unica caratterizzata da una facciata energetica e colorata.

Il Capriccio è un edificio progettato nel 1883 dall’architetto catalano Antoni Gaudí e costruito sotto la direzione dell’architetto Cristóbal Cascante nella località cantabrica di Comillas.

In Cantabria, sulle tracce del Modernismo sperimentale

Il Capriccio è una villa della Cantabria di proprietà di Máximo Díaz de Quijano, cognato del Marchese di Comillas, progettata da Gaudí. L’opera è stata progettata da un Gaudí ancora giovane, 31 anni, pertanto non presenta ancora alcune delle risorse costruttive che avrebbero caratterizzato in seguito la sua opera.

È nota con il nome di “El Capricho” nell’accezione musicale del termine, dato che stabilisce un’analogia con il brano musicale di stile libero così denominato. Ha struttura semplice e tradizionale, con pianta a forma di U e torre affusolata che potrebbe sembrare un minareto della Persia. Quello che la caratterizza è la sua facciata ricolma di energia e colore.

In quest’opera, estremamente originale e fantasiosa tornano ad essere evidenti le influenze arabe, per esempio, attraverso un’intensa combinazione di materiali: mattoni, mattonelle, ferro forgiato… I girasoli sono il motivo principale della decorazione.

Tutti i segreti del Capriccio

El Capricho è un girasole architettonico che nasconde diverse metafore musicali. Scopriamole assieme!

Come Gaudí arrivò in Cantabria

Alla fine del XIX secolo il piccolo villaggio di Comillas, di origine marinara, fu trasformato in un’elegante centro termale. Questo accadde grazie all’influenza del Marchese di Comillas. La sua relazione con la borghesia catalana, e particolarmente con Eusebi Guell lo avvicinò al Modermismo, che cominciava a prendere forma in quel periodo. Per questo arrivarono in Cantabria, a Comillas, artisti del calibro di Gaudí, che resero questa cittadina il loro banco di prova.

L’esotismo del giovane Gaudì

Visitando El Capricho si deve tener presente che ci si trova di fronte ad un’opera del Gaudí giovane, pieno di energia e vitalità. L’edificio è un concentrato di esotismo, è pieno di colore e si adatta perfettamente alle esigenze del terreno dove è costruito e alle esigenze del suo proprietario.

Il nome El Capricho non fu dato da Gaudí, ma è dovuto alla presenza di elementi fuori dal comune, come la torre di ispirazione persiana, l’originale lavorazione del ferro battuto e la costante mescolanza di colori e materiali. All’epoca fu considerato un vero e proprio capriccio architettonico.

Gaudì architetto della natura

El Capricho è probabilmente una delle metafore più riuscite di Gaudí relativamente alla natura. Il girasole infatti non è solo un elemento decorativo, ma dà significato all’intero edificio. Questa casa è costruita per seguire il sole, per catturarne la luce. Le camere sono distribuite e organizzate in base alla loro posizione rispetto al sole. Sia all’interno che all’esterno si trovano inoltre palme, allodole, merli, allori e un’infinitò di riferimenti al mondo naturale. Osservando bene si possono trovare anche un paio di animali divertenti che suonano strumenti musicali!

La serra

Anche se il nome attuale di questa zona del Capriccio è “la serra”, sarebbe forse più preciso chiamarlo “giardino d’inverno”. Questa parte dell’edificio è stata restaurata nel 1990 ma faceva parte del progetto originale di Gaudí ed era fondamentale per il funzionamento quasi organico dell’edificio poichè distribuiva la luce e, al tempo stesso, regolava la temperatura.

Gli interni del Capriccio

Gli interni della casa sono adattati ai gusti e alle necessità del suo proprietario, Máximo Díaz de Quijano. La visita dovrebbe iniziare da est, ovvero dal mattino, dove si trova la camera da letto e dove inizierebbe la giornata del suo proprietario. Tutte le stanze sono diverse, cambiano i soffitti a cassettoni, le decorazione delle pareti, la lavorazione del legno delle porte e delle finestre. Inoltre in alcune stanze si trovano, ben celate, delle vetrate che nascondono un messaggio curioso!

Le zone di servizio

La visita al Capriccio si può concludere con le soffitte o i seminterrati. Nelle soffitte si trovavano le camere della servitù e sono qui molto interessanti le travi a forma di forbice; nei seminterrati si trovavano il garage, la cucina, la lavanderia e le altre zone di servizio.


Se Comillas vi ha incuriosito e volete vedere le mie foto, le trovate nel mio spazio Flickr dedicato!

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